L’utilizzo dei diserbanti in agricoltura è stato il metodo adottato fino ad ora per aiutare la produzione e fertilità della pianta, con l’eliminazione di quelle che vengono definite “erbe infestanti”, cha tolgono nutrienti alla pianta e ne diminuiscono la produttività. Il largo utilizzo dei diserbanti, però, non solo è dannoso per l’ambiente, ma anche per la salute stessa dell’uomo.
Diserbanti free: il futuro è la biodiversità
Alcuni studi recenti, di particolare rilievo quello condotto dalla sezione Agronomica dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa insieme con l’Istituto Nazionale Francese di Ricerca Agronomica (INRA) di Digione, riportato dall’Ansa e dal quotidiano online Freshplaza, dimostra come le erbe spontanee “buone” siano utili per eliminare le perdite di coltura. (qui l’articolo di Freshplaza).
In breve, lo studio dimostra che mantenere la biodiversità di un terreno è particolarmente utile alle colture, in quanto aiuta a mantenere un equilibrio naturale ed impedisce la formazione di erbe infestanti “cattive”, maggiormente dannose per lo sviluppo della pianta. Di fatto, non è tanto la crescita delle erbe infestanti a creare danno allo sviluppo, quanto la riduzione della loro diversità.
Inoltre, alcune erbe considerate infestanti, di fatto, non impediscono la crescita di determinati tipi di piante
I diserbanti hanno il compito di proteggere le piantine dalla infestazione di malerbe, fino al suo sviluppo. L’abuso di questi agenti chimici, però, ha creato due conseguenze: da un lato, la pianta ha perso, nel tempo, le sue naturali autodifese; dall’altro, la ripetuta aggressione alle “erbe infestanti buone” ha fatto sì che queste non trovassero più terreno fertile per crescere, lasciando spazio alla diffusione di altre erbe particolarmente aggressive, che fino a quel momento erano presenti in misura marginale. Inoltre, è stato dimostrato che l’uso di diserbanti provoca perdite della coltura e, di conseguenza, danni economici alla produzione, oltre che alla salute.
Mela Val Venosta: una scelta etica, ecologica e genuina
Una coltivazione senza diserbanti, quindi, non solo è possibile ma sembra essere il prossimo futuro per le colture ecosostenibili e per lo sviluppo del territorio e l’incentivazione della biodiversità, promuovendo un’etica sempre più attenta all’ambiente e al consumatore.
È il caso della Mela Val Venosta, una linea prodotta al 100% senza diserbanti, al cui progetto hanno aderito numerosi agricoltori della zona. I risultati hanno dimostrato non solo un aumento delle superfici di coltivazione, ma anche una nuova qualità di prodotto assolutamente genuino, dalle eccellenti qualità nutrizionali e ottenuta con il minore impatto ambientale.
La nuova tecnica per l’eliminazione delle erbe infestanti avviene con la frantumazione ad opera di nuovi macchinari in grado di disintegrare questo tipo di erba dannosa per la pianta, in modo del tutto ecosostenibile.